Cittadinanza attiva - 15-03-2006
Manifesto della cittadinanza attiva
Siamo cittadini che amano il loro paese. Vogliamo spenderci perché tutti, e soprattutto i giovani, guardino al futuro come allo spazio per un nuovo sviluppo umano, liberato dalle difficoltà evitabili della vita quotidiana e dalla sofferenza inutile.
La decadenza dell'economia nazionale, il dilagare di corruzione e illegalità, la crisi dei principali servizi di pubblica utilità, la precarietà dei rapporti di lavoro esigerebbero una classe dirigente competente e generosa, capace di stringere una forte alleanza con i cittadini. Al suo posto c'è oggi una partitocrazia invasiva, che tende a occupare tutti gli spazi della vita pubblica, ma è per lo più incapace di fare fronte ai gravi problemi del paese; che utilizza i beni comuni per i propri fini particolari; che, al di là del rispetto delle religioni, mina la laicità dello Stato; che si oppone ad una presenza paritaria delle donne nelle istituzioni rappresentative e in tutti gli ambiti della vita associata; che altera le regole della vita democratica, dall'assalto alla Costituzione ad una legge elettorale contraria alle indicazioni dei referendum popolari.
Ripiegata su se stessa, questa classe dirigente rifugge la società civile e, così facendo, ostacola il pieno sviluppo di due risorse fondamentali per la ripresa del paese: la libertà dei cittadini di muoversi, di scegliere servizi e prodotti in un mercato libero da privilegi e da rendite, di essere imprenditori; il loro senso di responsabilità, che li porta ad agire in prima persona per curare i beni comuni e difendere i diritti.
Da almeno un quarto di secolo, i cittadini hanno imparato a:
• tutelare i diritti - dei malati, dei consumatori, degli utenti e dei risparmiatori - attraverso reti capillari di centri di ascolto, consulenza e assistenza integrati;
• raccogliere e rendere pubblici i disagi e le sofferenze inutili subiti a causa del cattivo funzionamento di sanità, giustizia, istruzione, trasporti;
• verificare e controllare strutture, programmi e lavori, per individuare violazioni, orientare priorità, prevenire sprechi e salvaguardare l'ambiente;
• valutare qualità e sicurezza dei servizi fondamentali;
• creare nuovi servizi a sostegno dei soggetti deboli;
• promuovere la conciliazione dei conflitti e l'informazione capillare alla popolazione.
È dunque indispensabile un sostanziale trasferimento di poteri e di risorse per ridurre gli spazi occupati impropriamente dalla rappresentanza politica, che deve tornare a svolgere al meglio e senza dispersioni le funzioni proprie e sostenere la ripresa del paese con la piena utilizzazione del capitale sociale accumulato in questi anni. Noi vogliamo impegnarci perché questo patrimonio non sia marginalizzato, ma sia investito per la realizzazione di un'azione costituente, di quattro riforme, di cinque grandi infrastrutture.
Siamo cittadini che amano il loro paese. Vogliamo spenderci perché tutti, e soprattutto i giovani, guardino al futuro come allo spazio per un nuovo sviluppo umano, liberato dalle difficoltà evitabili della vita quotidiana e dalla sofferenza inutile.
La decadenza dell'economia nazionale, il dilagare di corruzione e illegalità, la crisi dei principali servizi di pubblica utilità, la precarietà dei rapporti di lavoro esigerebbero una classe dirigente competente e generosa, capace di stringere una forte alleanza con i cittadini. Al suo posto c'è oggi una partitocrazia invasiva, che tende a occupare tutti gli spazi della vita pubblica, ma è per lo più incapace di fare fronte ai gravi problemi del paese; che utilizza i beni comuni per i propri fini particolari; che, al di là del rispetto delle religioni, mina la laicità dello Stato; che si oppone ad una presenza paritaria delle donne nelle istituzioni rappresentative e in tutti gli ambiti della vita associata; che altera le regole della vita democratica, dall'assalto alla Costituzione ad una legge elettorale contraria alle indicazioni dei referendum popolari.
Ripiegata su se stessa, questa classe dirigente rifugge la società civile e, così facendo, ostacola il pieno sviluppo di due risorse fondamentali per la ripresa del paese: la libertà dei cittadini di muoversi, di scegliere servizi e prodotti in un mercato libero da privilegi e da rendite, di essere imprenditori; il loro senso di responsabilità, che li porta ad agire in prima persona per curare i beni comuni e difendere i diritti.
Da almeno un quarto di secolo, i cittadini hanno imparato a:
• tutelare i diritti - dei malati, dei consumatori, degli utenti e dei risparmiatori - attraverso reti capillari di centri di ascolto, consulenza e assistenza integrati;
• raccogliere e rendere pubblici i disagi e le sofferenze inutili subiti a causa del cattivo funzionamento di sanità, giustizia, istruzione, trasporti;
• verificare e controllare strutture, programmi e lavori, per individuare violazioni, orientare priorità, prevenire sprechi e salvaguardare l'ambiente;
• valutare qualità e sicurezza dei servizi fondamentali;
• creare nuovi servizi a sostegno dei soggetti deboli;
• promuovere la conciliazione dei conflitti e l'informazione capillare alla popolazione.
È dunque indispensabile un sostanziale trasferimento di poteri e di risorse per ridurre gli spazi occupati impropriamente dalla rappresentanza politica, che deve tornare a svolgere al meglio e senza dispersioni le funzioni proprie e sostenere la ripresa del paese con la piena utilizzazione del capitale sociale accumulato in questi anni. Noi vogliamo impegnarci perché questo patrimonio non sia marginalizzato, ma sia investito per la realizzazione di un'azione costituente, di quattro riforme, di cinque grandi infrastrutture.